L’esperienza sociale ed artistica nell’impatto con l’opera d’arte

L’esperienza sociale ed artistica nell’impatto con l’opera d’arte

La psicologia dell’arte ha studiato e dimostrato che l’esperienza artistica vissuta da un pubblico, nell’impatto con un opera d’arte, è un processo cognitivo ed emotivo. Un processo simile a quello vissuto dall’artista nella produzione dell’opera d’arte stessa.

Interessi artistici

Come studentessa presso l’Università di Padova ho partecipato ai corsi del professor Alberto Argenton sia sulla Psicologia dell’Arte sia sulla Psicologia della Gestalt. Al tempo, come futura psicologa, ero attratta dalle interpretazioni che Freud e Jung offrivano sul variegato mondo della creatività. Infatti, è l’interesse per questi argomenti che in seguito sono arrivata ad approfondire, con metodo scientifico, il mondo dell’Arte, l’esperienza artistica e l’impatto emotivo ed empatico che ne deriva.

Non sono certa se ad attrarmi sia stato più il mistero dell’interdipendente relazione tra Opera d’Arte; Artista e Fruitore o le potenzialità dell’elaborazione cognitiva della mente. Tuttavia, approfondendo gli studi del Professor Giacomo Rizzolatti sull’empatia e sui neuroni specchio nella fruizione artistica, mi è stato chiaro che molte domande -non tutte-, della mia ricerca, avrebbero trovato risposta nelle Neuroscienze, in particolare la Neuroestetica. 

Infatti, sicura di poter andare oltre il riscontro neurale dell’esperienza estetica ho approfondito: l’impatto sociale e cognitivo dell’Arte. Ho studiato la relazione complessa tra: i diversi contesti sociali dei soggetti protagonisti, l’elaborazione dell’opera da parte dell’artista e l’elaborazione dell’opera da parte dello spettatore. Ho considerato l’importanza della metamorfosi dell’effetto dell’Arte nel tempo. Il tutto per arrivare alla Pervasività dell’Arte nei diversi soggetti esposti ad essa.

Le esperienze con l’arte

Come professionista ho pubblicato lo studio di Neuroestetica Cognitiva di “2050: Breve storia del Futuro”, mostra curata da Pierre-Yves Desaive e Jennifer Beauloye tenutasi a Palazzo Reale di Milano nel 2015. 50 opere d’arte contemporanea tra dipinti, sculture, foto, video, installazioni (di artisti internazionali quotati), indagano sul futuro della nostra società. Una esposizione ispirata al saggio “Breve storia del futuro” di Jacques Attali. Selezione delle Opere d’arte, layout, acustica, illuminazione, tutto conduce ad una riflessione sul futuro prossimo possibile. Tra conflitti globali, mutazioni genetiche, diseguaglianze sociale ed economiche e sfruttamento delle risorse naturali. La ricerca e la conseguente analisi dello studio è stata presentata al Congresso MINDCARE 2015 a Barcellona, Spagna.

Nel 2017, su invito del noto artista Nigeriano sono stata protagonista della performance che inaugurava l’apertura della 57 Biennale d’Arte di Venezia: “Mama Say Make I Dey Go, She Dey My Back” di Jelili Atiku. La performance si è tenuta presso l’Arsenale. Considerata la forte risonanza emotiva dell’esperienza artistica e il grado di condivisione fisica vissuta con le altre performer, sono stata agevolata nell’applicazione del metodo scientifico nello studio dell’impatto dell’Arte nel tempo.

Attraverso lo studio di estetica cognitiva della performance (“Mama Say Make I Dey Go, She Dey My Back” di Jelili Atiku), svolto in collaborazione con la Dottoressa Alice Chirico, PhD della Università Cattolica del Sacro Cuore, abbiamo valutato la Pervasività dell’Arte con la ricerca a metodo misto. Abbiamo considerato sia lo studio qualitativo degli aspetti narrativi e fenomenologici dell’artista e delle partecipanti, sia lo studio quantitativo con test validati. La ricerca e la conseguente analisi dello studio è stata presentata a Mindcare 2018 presso il MIT a Boston, USA.

Mi interesso allo studio dell’esperienza dell’Arte con metodo scientifico, all’impatto cognitivo ed emotivo dell’Arte nel tempo, e quindi alla relazione tra Arte, Empowerment e Società.

Simona Carniato 

Studioo

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